Cercando Alaska
di John Green
Descrizione
Miles Halter, solitario collezionista di Ultime Parole Famose, lascia la tranquilla vita di casa per cercare il suo Grande Forse a Culver Creek, una prestigiosa scuola in Alabama. E’ qui che conosce Alaska. Brillante, buffa, svitata, imprevedibile e molto sexy , per Miles diventa un enigma, un pensiero fisso, una magnifica ossessione.
Recensione
John Green è uno di quegli autori che per lungo tempo ho tenuto a distanza, perchè il successo del suo Colpa delle stelle contrariamente a quello che si può pensare, su di me non ha avuto alcun effetto. Mi rifiutavo di leggere quel libro, e ancora oggi non l’ho letto in effetti, perchè sapevo doveva voleva andare a parare e che il risultato molto probabilmente non sarebbe stato di mio gradimento (eccessivamente strappalacrime).
Poi però c’è stato Will, ti presento Will e il mio rifiuto nei confronti di questo autore ha cominciato ad incrinarsi come un vetro scheggiato, così quando mi è capitato sotto mano Cercando Alaska mi sono detta “perchè no?”. E qui quel vetro che credevo solo incrinato si è ridotto in mille piccoli e scintillanti pezzetti.
Alaska è una ragazzina brillante, eccentrica ed eccessiva, Colonnello invece un genio cervellone nonostante non lo sembri in apparenza, entrambi prendono in simpatia il loro coetaneo Miles Halter ribattezzato per l’occasione Ciccio. Lo iniziano al fumo, all’alcol e a tutti quei vizietti che nell’adolescenza sono una specie di calamita.
Ciccio non si era mai sentito così parte integrante di un gruppo, lui che ha lasciato la sua comoda casa per un istituto scolastico in Alabama, rinasce insieme ad Alaska e Colonnello vivendo momenti incredibili sia nella gioia che nel dolore.
Non è facile parlare di adolescenti, ma JG lo sa fare ed anche molto bene, riesce in poche parole a catturare la loro essenza facendoci vivere momenti profondi e altri assolutamente goliardici. Mi immaginavo li assieme a loro nella Buca del fumo a sentire i loro discorsi, a rivedere i loro piani, a condividere i loro silenzi.
Mi sentì sulle spalle le manine del Colonnello, una lacrima mi scivolò lungo la nuca e, per qualche istante,
fummo solo noi tre – … – tre corpi, due persone – noi tre, che sapevamo cos’era successo, ma ormai gli strati
fra noi erano troppi, troppe cose ci separavano gli uni dall’altra.
Ho riso, ho pianto, mi sono divertita ed ho amato ogni parola di questo romanzo tanto che dopo aver chiuso sull’ultima pagina sono corsa in rete a spulciare le varie recensioni e commenti al libro per ritrovare anche in altri le emozioni che ho provato io; immaginate il mio stupore quando ho invece scoperto che moltissimi adolescenti hanno dato giudizi non troppo lusinghieri sia sul libro che sui personaggi, in particolare giudicando Alaska antipatica e il racconto noioso.
Io invece l’ho adorato in ogni parola, in ogni citazione, in ogni risata ed in ogni lacrima.
Chicca
Come ti ho detto, questo romanzo mi è piaciuto molto.
Inizialmente l’ho trovato noioso, poi però mi ha presa molto. E il colpo di scena di Alaska mi ha lasciata senza respiro!
A me invece è piaciuto fin dall’inizio, com’è scritto, i personaggi, il cameratismo, le goliardate, il divertimento, la gioia e il dolore. Non so quando leggerò un altro libro di John Green ci penso sempre molto prima di sceglierlo forse aspetto solo il momento giusto.
Chicca