La costola di Adamo

La costola di Adamo
di Antonio Manzini

Buongiorno Lettori,
come state? Spero tutti bene e nel pieno di qualche interessante lettura.
Questa mattina vi racconterò della seconda avventura del Vicequestore Rocco Schiavone, personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini e che mi ha conquistata subito con Pista Nera https://librintavola.altervista.org/pista-nera/, libro letto e divorato all’inizio di Agosto.

Riguardo questo volume della serie, per farvi un’idea del mio indice di gradimento, vi basti sapere che l’ho finito in circa un giorno e mezzo 🙂

la costola di adamoDescrizione
“Il vicequestore sorrise nel pensare alla somiglianza che sentiva tra lui e quel cane da punta”. Rocco Schiavone ha la mania di paragonare a un animale ciascuna delle fisionomie umane che gli si para davanti. Ma più che il setter che gli suscita quell’accostamento, lui stesso fa venire in mente uno spinone, ispido, arruffato e rustico com’è: pur sempre, però, sottomesso all’istinto della caccia. È uno sbirro manesco e tutt’altro che immacolato, romano di conio trasteverino, con una piaga di dolore e di colpa che non può guarire. Ad Aosta, dove l’hanno trasferito d’ufficio, preferirebbe tenere le sue Clarks al riparo dall’acqua e godersi i suoi amorazzi, che non imbarcarsi in un’altra inchiesta piena di neve. Una donna, una moglie che si avvicinava all’autunno della vita, è trovata cadavere dalla domestica. Impiccata al lampadario di una stanza immersa nell’oscurità. Intorno la devastazione di un furto. Ma Rocco non è convinto. E una successione di coincidenze e divergenze, così come l’ambiguità di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali. Per dissolverla, il vicequestore Rocco Schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalità, di compassione e tendenza a farsi giustizia da sé, di lealtà verso gli amici e infida astuzia.

Recensione
Rocco Schiavone non ne vuole sapere, lui quelle scarpe orrende da neve non le metterà mai e così si ostina a camminare per le strade di Aosta con le sue Clarks che fanno letteralmente acqua da tutte le parti. Ma Rocco è caparbio non molla e allo stesso modo si attacca ai casi che deve risolvere sia quelli nuovi che quelli vecchi che sono scolpiti nella sua memoria.

In una fredda primavera valdostana è chiamato ad indagare su un sospetto caso di effrazione ma durante il sopralluogo il corpo di una donna viene rinvenuto legato ad un lampadario.
In casa c’è un gran caos, i pochi gioielli spariti e lui deve dare spiegazioni sulla brutale morte della moglie ad un marito affranto.

Schiavone è certo che ci sia qualcosa di più nascosto dietro il furto e così inizia ad indagare con il suo solito piglio battagliero e qualche volta violento per arrivare a scoprire la verità.

E che ve lo dico a fare miei cari Lettori, il secondo romanzo che vede protagonista Rocco Schiavone è anche più bello del primo. Divertente, coinvolgente, dolceamaro. Gli ingredienti per una ricetta perfetta ci sono tutti. Il vicequestore non è uno stinco di santo ma piace, è umano, si lascia andare con passione e si fa in quattro per fare giustizia. Scopriamo qualcosa in più sul suo passato e alcune caselle che forse in Pista Nera non si erano ancora collocate, questa volta si sono sistemate nei posti giusti per darci un’idea più chiara di come è veramente fatto Rocco.
Non posso che consigliarvi un tuffo nella neve accanto a quest’uomo ed accanto alla penna di Manzini che ti cattura al laccio e ti tiene incollato alle pagine.

E adesso avanti con il prossimo

Chicca

8 Risposte a “La costola di Adamo”

  1. Sono felice che la serie di Rocco Schiavone stia piacendo anche a te 🙂 Anche io ho letto “Pista nnera”, quest’estate invece ho letto “7-7-2007”. Mi mancano i libri nel mezzo xD A quanto pare è meglio leggerli in ordine ma in libreria non sono riuscita a trovare i primi volumi ç_ç Un saluto ^-^

    1. ciao Lea
      per mia fortuna me ne mancano ancora un po’ da leggere così la separazione da Rocco sarà meno traumatica anche perchè nel frattempo spero che Antonio Manzini scriva altro 😀
      a presto

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