La giostra dei criceti

La giostra dei criceti
di Antonio Manzini

Bentrovati Lettori,
altro libro, altra recensione. Oggi vi parlerò del romanzo di Antonio Manzini che sebbene sia appena uscito in libreria grazie alla Sellerio è in realtà un ripubblicato. Lo conoscevate? Lo avevato letto in tempi non sospetti? Personalmente ne ignoravo l’esistenza visto che ho cominciato ad apprezzare Manzini dopo aver conosciuto la sua più famosa creatura letteraria, ovvero Rocco Schiavone, ma questa è un’altra storia.

Descrizione
La giostra dei criceti racconta una rapina e una grande macchinazione. Quattro balordi della mala romana, René, Franco, Cinese e Cencio, hanno organizzato un furto in banca, ma qualcosa andrà storto. Nel frattempo nei palazzi del potere, negli uffici del ministero del Tesoro, alcuni burocrati organizzano una trama allucinante per risolvere drasticamente il problema delle pensioni. Tra questi due mondi apparentemente senza contatto, tra centro e periferia, in cima e in fondo alla scala sociale, tutti cercano la stessa cosa: il colpo grosso e definitivo, quello che ti sistema per sempre. Nel mondo di Manzini il male, la violenza, la volgarità, la presunzione, non risparmiano nessuno. Che si tratti di un impiegato dell’Inps che si crede un giustiziere, dei generali dei Servizi segreti, di personaggi oscuri e innominabili, dei più sgangherati banditi di piccolo calibro. A dettare l’azione è sempre la febbre della ricchezza, l’ansia della furbata, il miraggio della «svolta». Nessuno è davvero una persona perbene, un cittadino in regola, neppure le anziane pensionate che forti di un mensile sicuro pensano solo a se stesse, oppure i giovani, pieni di risentimento. Tutti cercano di fare la pelle all’altro, pur di stare davanti, pur di accaparrarsi un vantaggio nella lotta per la sopravvivenza. Si corre e ci si rincorre, come su una ruota, tra comico e tragico, commedia e noir. Verso il botto finale.

Recensione
Non è per nulla facile recensire La Giostra dei Criceti, perchè è un romanzo ricco e complesso, sebbene si intravedano sprazzi di quel che sarà un po’ più avanti il Manzini di Rocco Schiavone.
Molteplici personaggi navigano in queste acque di inchiostro, c’è la malavita romana, c’è la dirigenza statale e ci sono piccoli uomini che si vendono per soldi e tradiscono la famiglia.
Tutto inizia con una rapina in banca finita male, un lavoretto facile facile ma che invece si rivela molto più complicato del previsto. Dei 4 ladri, Franco, il Cinese, il Cencio e Renè è proprio quest’ultimo ad avere la peggio. Braccato da finti poliziotti capisce di esser stato tradito.
Nel frattempo in un altra parte di Roma, quella ricca e potente si studia un piano per lucrare sulle spalle di anziani ricorrendo a metodi drastici pur di portare a casa ancora più soldi .
E dal ricco al povero c’è una vera e propria escalation di violenza che si concluderà in maniera sorprendente.

La penna di Manzini è affilata come un rasoio, non lascia scampo. Mette in piazza i peggiori difetti dell’essere umano e lo fa in modo egregio non lasciando nulla al caso. L’intreccio è assolutamente perfetto, ogni tessera va al suo posto in un incastro che appare chiarissimo al lettore pagina dopo pagina.
La storia è molto interessante ed originale, ma a mio avviso i personaggi sono troppi. Troppi nomi da ricordare, troppi soprannomi da associare ai vari visi, dopo un po’ ho cominciato ad andare in crisi.
Il romanzo ha tre fili conduttori che si intersecano tra di loro e tra tutti ho apprezzato maggiormente quello legato proprio alla rapina in banca, mentre quello che aveva per protagonisti i membri del ministero del Tesoro non mi ha entusiasmata.

Sicuramente il romanzo si lascia leggere, anche se a dirla tutta ho preferito gli altri libri di Manzini.

A questo punto aspetto i vostri pareri!

Alla prossima

Chicca

2 Risposte a “La giostra dei criceti”

    1. Anche a me piace Manzini ma devo dire che in questo caso è un po’ troppo “crudo”. il romanzo mi è piaciuto ma non quanto i libri su Schiavone.

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