Le Ali della vita

Dopo aver avuto un successo immenso con Il linguaggio segreto dei fiori, Vanessa Diffenbaugh per sua stessa ammissione nelle pagine finali del libro ci racconta di quanto difficile sia stato per lei scrivere Le ali della vita, di quante volte abbia rivisto tutto il suo lavoro e di quanta fiducia e pazienza da parte dei suoi cari abbia avuto bisogno.
Mi fa piacere che lei abbia voluto condividere con noi lettori il suo stato d’animo, ma avrei preferito che ne parlasse prima, come fosse una sorta di introduzione al suo nuovo scritto. Non so spiegarvi il motivo ma per quanto mi riguarda mi avrebbe aiutata ad affrontare diversamente la lettura del romanzo.

Le Ali della vita
di Vanessa Diffenbaugh

Diffenbaugh-Ali della vita-CuoreDescrizione
È notte e la nebbia è illuminata a tratti dai fari delle macchine che sfrecciano accanto a lei. Letty si asciuga l’ennesima lacrima e preme ancora più forte il piede sull’acceleratore. Deve correre il più lontano possibile, fuggire da tutti i suoi sbagli, è la cosa migliore per tutti. Perché la sua vita è stata difficile, ha inanellato una serie di errori uno dietro l’altro e adesso tutte le sue paure sono tornate a tormentarla, senza lasciarle una via di scampo. Intanto, ormai molte miglia lontano, i suoi due figli, Alex e la piccola Luna, stanno dormendo serenamente. Non sanno che la mamma li ha lasciati da soli nel loro letto, schiacciata dal terrore di non essere una buona madre. Convinta che senza di lei Alex e Luna saranno più felici. Quando Alex si sveglia e si accorge che Letty non c’è più, capisce che non deve farsi prendere dal panico. Deve occuparsi della sorellina e seguire le regole. Perché Alex ha quindici anni ed è solo un ragazzino, ma è dovuto crescere in fretta per aiutare sua madre Letty e i suoi occhi troppo spesso tristi. A volte guarda verso il cielo e sogna di volare via, in un posto dove l’azzurro del cielo li possa di nuovo colorare di felicità. La sua passione sono la matematica e lo studio delle rotte migratorie degli uccelli. Da loro ha imparato che non importa quanto voli lontano, c’è sempre un modo per tornare a casa. Alex sa che deve trovare il modo di far tornare anche la sua mamma.

Recensione
Se per Vanessa D. non è stato facile scrivere il suo secondo romanzo, non è stato facile nemmeno per me affrontarne la lettura, avevo infatti paura e timore di rimanerne delusa proprio perchè il mio amore per Il Linguaggio segreto dei fiori è stato così travolgente da farmi dubitare che l’autrice riuscisse a replicarne il successo ma nonostante ciò e nonostante alcune situazioni che non sono del tutto riuscite a convincermi devo dire che alla fin fine mi sono affezionata ai protagonisti della storia soprattutto ad Alex ragazzo di buon cuore e dalla mente geniale che ha saputo regalarmi momenti di toccanti emozioni.

Leticia Espinoza ha 30 anni, due figli, nessun’uomo accanto, un lavoro come barista e un problema con l’alcool. Guida di notte in una strada buia, lontana dai suoi figli alla ricerca di sua madre, la donna che per anni si è occupata di crescere Alex e Luna e che di improvviso l’ha lasciata sola per andare dal marito in Messico.
Per Letty null’altro conta che riuscire a raggiungerla, non i due ragazzini soli in casa senza adulti che li sorveglino e nemmeno tutte le sue preoccupazioni di madre, una cattiva madre quale sa di essere.
Poi c’è Alex, quasi 16 anni, buono, intelligente, sensibile, innamorato della sua dolce compagna di scuola Yesenia, che si fa carico della sorellina quando si rende conto di essere rimasto lui l’unico a potersene occupare, nonostante la paura di non poterci riuscire.
Ma Letty torna da loro ed assieme ad Alex e Luna comincerà a fare quello che avrebbe sempre dovuto fare: la mamma.

Tantissime sono le cose da dire su questo romanzo e siccome davvero non so da dove cominciare preferisco buttare subito in piazza quello che più mi ha lasciato perplessa e non convinta nella struttura del racconto.
La madre di Leticia, Maria Elena, nonostante appaia poco nell’arco del libro, risulta essere una presenza ingombrante e per certi versi fastidiosa. Di lei si parla come fosse una sorta di eroina, o almeno Letty così la descrive, la donna che per 16 anni ha curato Alex come fosse suo, lasciando invece, a mio avviso, cadere in un baratro sua figlia, senza permetterle di prendersi le sue responsabilità finchè un giorno di punto in bianco ha deciso che fosse giunto quel momento. Va benissimo la sua scelta, ma credo che l’autrice avrebbe potuto spiegare meglio il gesto e non risolvere così in fretta quello che poteva essere un tema molto importante per la comprensione del libro.
Forse sono io ad essere prevenuta ma Maria Elena non mi piace per nulla e l’avversione che ho provato per lei l’ho riversata in parte su Letty.

Per contro ho amato tantissimo Alex, il vero eroe di tutto il romanzo (assieme a Rick), che fa del suo meglio in ogni circostanza. L’ho trovato di una tenerezza infinita e da brava scrittrice qual è la Diffenbaugh ha saputo coglierne tutte le sfaccettature, mostrandoci un ragazzino fragile ma deciso nelle sue scelte di vita. Alex riesce a fare fin da subito quello che sua madre non è stata capace di fare ovvero prendersi le proprie responsabilità.

Il romanzo è molto intenso, al suo interno sono sapientemente dosati i momenti drammatici e quelli più felici, ogni pagina trasuda emozione e la crescita di Letty come madre e come donna colpisce dritto al cuore.
Un libro che nonostante non raggiunga i livelli del suo predecessore ha molta attrattiva e merita, a mio modesto avviso, di essere letto ed amato.

Chicca

6 Risposte a “Le Ali della vita”

  1. Condivido le perplessità e l’avversione per Maria Elena. Alex mi ha fatto tenerezza ma nel complesso tutto mi è sembrato così approssimativo che non mi ha lasciato quasi nulla, a differenza del Linguaggio segreto dei fiori che ho amato.

    1. ecco brava Cecilia hai trovato la parola giusta. approssimativo, secondo me mancavano degli elementi essenziali che avrebbero reso questo libro bello quanto il primo.

  2. Ho il libro nell”ereader da un po’, ma non mi decido mai a iniziarlo. Mi intriga, ma , come te, temo anche il confronto con il precedente.

    1. non c’è confronto tra i due, però secondo me è interessante anche questo. leggilo quando ti sentirai pronta.
      ciao Tessa

      Chicca

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