L’importanza di chiamarsi Ernesto

L’importanza di chiamarsi Ernesto
di Oscar Wilde

Ci sono libri moderni, libri antichi, storici, fantasy e mille altri generi e poi ci sono i classici per eccellenza. Ammetto di non leggerne molti, li ho letti in passato ma nel presente e forse sbagliando tendo a snobbarli.
Stavolta complice la Challenge de La ruota delle Letture, ho ritrovato con piacere un autore che amo e che da ragazzina mi ha avvicinata tanto alla lettura, parlo di Oscar Wilde e della sua commedia in tre atti l’importanza di chiamarsi Ernesto.

Descrizione
Nell’angusta atmosfera vittoriana di fine Ottocento irrompe uno straordinario scrittore capace di mettere sulla scena il teatro delle idee e dei problemi sociali. “L’importanza di chiamarsi Emesto”, considerato da molti il capolavoro di Oscar Wilde, debuttò trionfalmente a Londra il 14 febbraio del 1895, riuscendo a ottenere moltissime repliche in tutta l’Inghilterra. In questa “commedia frivola per persone serie” Wilde, raffinato e provocatorio come sempre, stravolge i canoni narrativi e usa un linguaggio diretto e ricco di rimandi a situazioni comiche e imbarazzanti. Ne risulta un arguto e pungente scorcio dell’aristocrazia inglese, un mondo dove la forza degli individui risiede in quello che dicono e non in quello che fanno, nel blasone e non nelle idee. Emesto è l’uomo che tutte le dame – e non solo – vorrebbero avere. E per aggiudicarselo sarebbero disposte a tutto. Una commedia di costume, brillante e moderna in grado, ancora oggi, di far amare questo personaggio e il suo creatore.

Recensione
Non è per nulla semplice scrivere la recensione di una commedia teatrale benchè in questo caso l’abbia letta come un vero e proprio romanzo breve, perchè credo che una delle maggiori doti di Oscar Wilde sia proprio il suo tenerti incollato alle pagine grazie ad una spiccata ironia.

Atto I
Ci troviamo a Londra nella dimora di Agenore Moncrieff. In compagnia di quest’ultimo il suo amico Gianni Worthing, meglio conosciuto come Ernesto che coglie l’occasione per dichiararsi alla bella Guendalina, cugina di Agenore.

Atto II
Giardino della casa di campagna di Gianni/Ernesto Worthing. Questa volta tocca ad Agenore fare la sua dichiarazione alla giovane Cecilia, pupilla di Gianni.

Atto III
Tutti i nodi vengono al pettine!

Personaggi eccentrici e assolutamente meravigliosi, sono il punto chiave di questa ironica commedia sugli usi e costumi ottocenteschi. Trama ricca di doppi sensi che purtroppo in italiano perdono molto del loro significato ma che con un pizzico di ingegno e furbizia da parte del lettore sono chiaramente intuibili.
Wilde mette alla berlina i ricchi londinesi grazie ad un’opera che gioca sottilmente sulle loro manie e sui loro “difetti”.

Una storia spiritosa ed accattivante che mostra quanto l’autore sia geniale e irriverente.

Io adoro sentir dire peste e vituperio dei miei parenti! E’ la sola cosa che me li rende appena sopportabili. I parenti sono una genia tediosa che non ha la più pallida idea di come vivere. E nemmeno la più piccola intuizione di quando morire.

Nella versione che ho recuperato in biblioteca era presente una sezione in cui sono state segnalate le parti che nella stesura finale Wilde ha deciso di cancellare, e nonostante io le abbia trovate ironiche e degne della commedia, a mio parere erano solo un di più di quello che posso definire un vero e proprio gioiello della corona!

Alla prossima
Chicca

2 Risposte a “L’importanza di chiamarsi Ernesto”

  1. Ciao! 🙂 Wilde non è uno dei miei autori preferiti e quest’opera non l’ho mai letta, ma adesso sei riuscita a farmi venire la curiosità… se mai riuscirò a riprendere ad andare in biblioteca questo potrebbe essere uno dei primi titoli che richiederò!

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