Un gatto, un cappello e un nastro

Un gatto, un cappello e un nastro
di Joanne Harris

Harris Cover
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Descrizione
Che cosa vi portereste su un’isola deserta? L’autrice di “Chocolat” non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. Tre oggetti in apparenza comuni che all’occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l’immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita. I racconti di Joanne Harris raccolti in “Un gatto, un cappello e un nastro” sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà…

Recensione
E’ molto difficile per me scrivere la recensione di un libro come Un gatto, un cappello e un nastro perchè trattandosi in realtà di una serie di racconti non mi è possibile analizzare per bene il tutto senza spoilerare le trame singole.
Ebbene nel libro ci sono tanti piccoli racconti che hanno spesso un filo comune, la città in cui risiedono i personaggi, un momento particolare, un ricordo, una corrente sotterranea che li collega tutti.

Devo ammettere che sono rimasta molto perplessa dalla scelta dell’autrice, perchè se alcuni racconti li ho trovati stravaganti ma comunque molto nelle mie corde, come quelli dedicati agli Dei “Atomosferici” come Lucky e Arthur, altri mi hanno lasciata basita, come quello intitolato Coockie che ha per protagonista una donna che dopo una interruzione di gravidanza si butta sul cibo dicendo di essere nuovamente incinta.
Ho adorato invece i racconti su Hope e Faith alla casa di cura e ho fatto il tifo per loro, mentre mi sono sentita veramente triste per la madre che passa le ore collegata al pc cercando di rivivere il figlio morto attraverso un account di twitter.

La Harris scrive benissimo su questo non ci sono dubbi, ho bei ricordi dei suoi libri che ho letto nei passati anni ma devo dire che per quanto mi riguarda questa volta non è riuscita del tutto a far breccia nel mio cuore anche se mi rendo conto che probabilmente il suo intento, oltre ad intrattenere, era quello di creare una sorta di empatia con il lettore attraverso racconti che in qualche modo toccano a fondo l’animo di una persona.

Spero che altri apprezzino meglio di me il suo lavoro, forse sono semplicemente io a non aver capito il senso di ciò che è scritto tra le pagine di questo libro.

Chicca

6 Risposte a “Un gatto, un cappello e un nastro”

  1. Ho letto questo libro quando era appena uscito e devo dire di averlo apprezzato, nonostante io di solito non riesca a digerire le raccolte di racconti.
    Bhe, sicuramente ‘Coockie’ ha lasciato perplessa anche me. Anzi, quasi sconvolta! La protagonista (Maggie?) in realtà mi ha fatto piuttosto pena.
    A parte questo, però, gli altri racconti mi hanno colpita e li ho trovati piacevoli. Quindi nell’insieme il libro mi è piaciuto.
    Se non sono riuscita a spiegarmi, qui trovi il mio vecchio commento al volume: http://libridicristallo.blogspot.it/2014/11/recensione-un-gatto-un-cappello-e-un.html

  2. Ciao!! Ho scoperto il tuo blog grazie ad un commento che hai lasciato su “La libreria di Tessa”. La grafica mi ha subito colpita, così ho iniziato a leggere!!
    Questo libro della Harris mi è piaciuto, nonostante io non sia un’amante dei racconti. Certo, non è paragonabili a Chocolat o a “Vino patate e mele rosse” però mi ha comunque regalato dei bei momenti.
    A presto, alla prossima

    Salvia

    1. Grazie di essere passata a trovarmi ricambierò di sicuro!!!!!
      i libri della Harris che hai indicato sono piaciuti molto anche a me e se posso aggiungere 5/4 di arancia è ancora più grazioso, ma questa raccolta non mi ha entusiasmata, forse semplicemente mi aspettavo qualcosa di diverso.
      a presto Chicca

  3. Non potevo non commentare questo post visto che ho appena letto il libro! All’opposto di quanto è accaduto a te io ho amato tantissimo questa raccolta… ed è strano perché solitamente i racconti non riescono mai a coinvolgermi. Alcuni di quelli contenuti in “Un gatto, un cappello e un nastro” sono effettivamente bizzarri (anch’io non ho pienamente capito quello di Cookie, ma anche quello – non ricordo il titolo – dell’uomo divorziato che si trasferisce nella casa dei fantasmi) però tutti mi hanno lasciato una nota malinconica che mi è rimasta appiccicata addosso anche quando non ho totalmente afferrato il senso degli avvenimenti.

    1. Ecco ho provato le tue stesse sensazioni ma contrariamente a quanto è capitato a te alla fine quando ho chiuso l’ultima pagina del libro non ero soddisfatta.
      Chicca

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