Un po’ più in la sulla destra

Come avrete notato ciclicamente la Vargas si fa largo tra le mie letture e spesso perchè i suoi libri giungono a me in maniera inaspettata. Ad esempio per quanto riguarda questo volume in particolare mi è stato prestato da un collega (lo stesso che mi ha fatto conoscere De Silva) un po’ di mesi fa e visto che le mie ultime letture sono state piuttosto lunghette avevo proprio bisogno di un libro non troppo voluminoso ma allo stesso tempo familiare … ebbene sì familiare perchè avevo fatto la conoscenza dei protagonisti del libro nei volumi che completano la serie dedicata ai Tre evangelisti. Se vi ho incuriositi non avete che da leggere la mia recensione.

Un po’ più in la sulla destra
di Fred Vargas

un po piu in la sulla destraDescrizione
Tre storici allo sbando e uno sbirro in disarmo: tornano gli stralunati protagonisti di “Io sono il Tenebroso” e “Chi è morto alzi la mano”. Mentre è in appostamento su una panchina Louis Kehlweiler, detto il Tedesco, trova per terra un frammento di osso umano. Una traccia perduta dentro la città. All’apparenza ormai definitivamente. Eppure Kehlweiler la segue, con i suoi due aiutanti, Marc e Mathias. La segue con ostinazione e ossessione fino ad arrivare in un piccolo villaggio della Bretagna. Qui trova un collezionista di macchine per scrivere, fanatico di qualsiasi meccanismo ben oliato, un sindaco pavido e untuoso che non vuole problemi, un losco individuo ferocemente razzista, pronto a tutto pur di diventare sindaco lui. Con la pazienza e la fredda ferocia dell’indagatore, Kehlweiler toglie la maschera a tutti e ricostruisce la storia, le sue follie, le sue mostruosità. Inseguendo le tracce. Come chi scrive.
Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1996, il romanzo si distingue per il linguaggio terso, lo stile ironico e incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla rivelazione finale, e l’accuratezza nei dettagli più sorprendenti, che deriva all’autrice dalla passione medievalista e dalla professione di zooarcheologa. Da qui il gusto per la detection, per le impronte, le tracce, le piccole cose senza importanza che permettono di dedurre, per una qualche “associazione di idee”, la soluzione di un caso.

Recensione
Panchine numerate secondo una strana logica, un giornalista che fa la posta ad un politico, una ex prostituta buttata fuori casa e lo storico medievalista Marc Vandoosler fanno da comprimari al vero protagonista del romanzo Louis Kehlweiler chiamato il Tedesco che in una sonnacchiosa giornata parigina trova sulla sua strada un piccolo osso umano.
Il Tedesco è uno caparbio, minuzioso e ben ammanicato ma soprattutto convinto che quell’osso nasconda una
storia più complessa di quel che si crede.

Così grazie ad un lavoro certosino di ricerca portato a termine da Marc e da Mathias, due dei tre evangelisti mare_tempestatanto cari alla Vargas, Luis si metterà in viaggio verso la lontana Bretagna a fare la conoscenza di un sindaco che ama intrattenere i suoi ospiti al tavolo da biliardo, un collezionista di macchine da scrivere e un uomo abbietto dalle tendenze razziste.

Inizio un po’ faticoso perchè fino a metà libro non accade nulla di incisivo tanto che ero quasi tentata di abbandonare la lettura, tutto troppo campato in aria, pochi indizi e la fissazione di Kehlweiler per i particolari, ma ho detto “quasi” perchè una volta che il Tedesco arriva in Bretagna precisamente in una minuscola località marina i fatti iniziano a farsi travolgenti. Tante cose accadono una di seguito l’altra tanto che non mi rendevo quasi conto del passare delle pagine, e questa seconda parte di libro è volata via in un baleno.
Gli indizi, quelli che avevo trovato un po’ noiosi inizialmente confluiscono tutti verso un solo personaggio in un crescendo di notizie, di un passato non ancora dimenticato e in un finale carico di attesa.

Fermo restado che Kehlweiler non mi piace per nulla e preferisco un migliaio di volte Marc, Mathias e Lucien – quest’ultimo purtroppo del tutto assente – devo ammettere che il libro è stato veramente carino ed interessante tanto che ha segnato la scelta del successivo romanzo da leggere. Eh si presa dalla frenesia dell’intrigo, del mistero e dei delitti mi sono tuffata sul mio adorato J. Deaver.

Alla prossima recensione miei cari Lettori e non dimenticate il Giveaway in corso!
Chicca

6 Risposte a “Un po’ più in la sulla destra”

  1. Sei riuscita a farmi venire una voglia matta di andare a recuperarmi almeno un libro di questa autrice! 🙂 Il problema sarà ricordarmi cosa ho letto e cosa no 😛 La mia memoria non è affidabile! 🙂

    1. siii confermo, purtroppo il Tedesco proprio non riesce a colpirmi preferisco di gran lunga Marc Mathias e Lucien
      Speriamo che in seguito ne proponga altri con loro tre 🙂
      Chicca

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