La belle Sauvage. Il libro della polvere

La belle Sauvage. Il libro della polvere
di Philip Pullman

Alcuni anni fa mi sono lasciata convincere a leggere la trilogia di Queste Oscure Materie di Philip Pullman, pluriacclamata serie che ha per protagonista Lyra , il suo Daimon Pantalaimon e un oggetto magnifico chiamato aletiometro ma nonostante mi sia resa conto di quanto lavoro certosino ci fosse dietro e il romanzo fosse ben strutturato e impeccabile, non era riuscito nell’intento di farmi innamorare di Lyra e del suo mondo pieno di daimon.
Ho deciso di riprovarci con La Belle Sauvage che racconta i fatti accaduti oltre 10 anni prima de La bussola d’oro.

Descrizione
Malcolm Polstead ha undici anni, è curioso e diligente, di giorno va a scuola, di sera aiuta i genitori alla locanda sul fiume e fa qualche commissione per le suore del convento vicino. La sua vita scorre tranquilla, gli amici non gli mancano, si diverte con Asta, il suo daimon, soprattutto quando vanno in canoa, sulla Belle Sauvage. Fino al giorno in cui alla locanda arrivano tre misteriosi personaggi e finché alle suore non viene affidata una bambina di pochi mesi, che Malcolm dovrà proteggere da un grave pericolo e alla quale sente di essere profondamente legato. È Lyra. Insieme a lei affronterà una sfida mortale e un viaggio che lo cambierà per sempre.

Recensione
Gli anni passano ma a quanto pare i miei gusti in fatti di libri restano invariati, perchè come avrete letto nella premessa di questa recensione, la più famosa Trilogia di Pullman non mi aveva fatta impazzire e devo ahimè confermare in pieno il giudizio che mi ero già fatta tanto tempo fa.

Ne La Belle Sauvage, la narrazione è sicuramente impeccabile, c’è tutto ciò che potrebbe piacere ad una lettrice come me. Abbiamo un ragazzino protagonista con coraggio da vendere, misteri legati ad una bambina presa in cura dalle suore, momenti magici e momenti di tensione, personaggi ben tratteggiati e scrittura senza sbavature, ma anche stavolta il buon vecchio Philip non ha centrato il bersaglio. E vi spiego il perchè.
La piega estremamente religiosa che si nota nella storia non mi è piaciuta, lo so forse è un mio problema, ma trovo che nel romanzo ci siano state ancora una volta troppi riferimenti al clero, alla chiesa ed a tutto ciò che vi gira attorno. Va bene parlare di sorelle che curano una bambina ma quando nell’arco di 500 pagine trovo una lega ecclesiastica, due ordini monastici, un magisterum ecclesiastico e una sorta di lega/concilio anch’esso legato alla chiesa, converrete con me che si esagera un po’.
E continuando con le critiche credo che ci siano circa 150 pagine di troppo che non arricchiscono il romanzo ma lo rendono solo più pesante e lungo da leggere.

Ma non ho solo critiche, ad esempio Malcom il giovane protagonista mi è molto piaciuto, l’ho trovato davvero ben raccontato, ho apprezzato il suo acume e la sua gentilezza, ho apprezzato la sua decisione e lo spirito combattivo. Stessa cosa dicasi per Alice, sua compagna di viaggio, forse il personaggio più riuscito del libro proprio perchè attraverso due o tre trafiletti inseriti tra un capitolo e l’altro si comprende quanto sia ben descritto e il valore che dona alla storia.

Diciamo che sono rimasta insoddisfatta e temo per i romanzi successivi – eh si è un’altra trilogia questa! – al momento non so ancora se me la sentirò di affrontarli.
Chi lo sa!

Alla prossima
Chicca

2 Risposte a “La belle Sauvage. Il libro della polvere”

    1. Ahahahah davvero? Nom ci avevo fatto caso leggendo le varie recensioni.
      Guarda Ilenia io l’ho letto perché era disponibile in biblioteca altrimenti non lo avrei comprato. Sono dell’avviso che Pullman ci metta troppa religione nei suoi lavori e sinceramente non impazzisco per questa scelta.

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