La casa delle voci

La casa delle voci
di Donato Carrisi

Cari Lettori,
come forse avevo già scritto in lungo e in largo, questo mese ho partecipato a diversi Gruppi di Lettura, e il libro di cui vi parlo oggi fa parte del GDL – L’assassino è il maggiordomo indetto dal blog La biblioteca dei desideri .
Il romanzo è stato scelto tramite sondaggio e ovviamente io e le altre partecipanti abbiamo scritto le nostre impressioni nel gruppo dedicato.
Se vi va di partecipare a Giugno fatevi avanti.
Ma veniamo a noi, vi lascio sinossi e recensione del romanzo La casa delle voci di Donato Carrisi.

Descrizione
Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.

Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.

Recensione
Essere catturati dalla lettura fin dalle prime pagine non è da tutti, ma La casa delle voci in un crescendo di pathos ci riesce.
I personaggi che ci vengono presentati, Pietro Gerber e Hanna Hall solo trascinanti e mi hanno tenuta incollata alle pagine con ansia, sospetti e angoscia.
Le loro storie che si intrecciano, lei paziente, lui medico, sembrano avere radici lontane, benchè in comune non abbiano assolutamente nulla.
Lui si occupa di bambini da anni, lei invece si porta dietro un trauma, ma quando Hanna inizia le sue sedute con lo psicologo tante cose cambiano, tanti segreti vengono alla luce e anche le certezze di Pietro vengono messe a dura prova.

Tutto è fumoso e difficile da capire, e io da lettrice avevo tanta voglia di comprendere il significato dietro gesti e parole e per quasi tutta la durata del libro ho fatto congetture e immaginato quale fosse la realtà, ma poi ad un certo punto mi sono resa conto che era un unico particolare a fare la differenza, un particolare che mi ha fatta pensare lucidamente e capire dove Carrisi volesse condurre con questa storia.

immagine dal web

Ammetto che se mi fossi fermata a circa l’ottanta per cento del romanzo avrei dato un giudizio molto diverso da quello che leggerete a breve, perchè il finale, che ha tutta l’aria di essere stato studiato a tavolino per stupire, è in realtà, a mio parere, frettoloso, poco chiaro e pieno di lacune.
So che gran parte dei lettori ha gridato al genio dopo aver letto la parola fine, ma per quanto mi riguarda mancano dei tasselli fondamentali per riuscire a capire l’essenza del libro ed anche a giorni di distanza ancora non mi spiego tante cose.
Sono dispiaciuta perchè come vi dicevo il romanzo è scritto molto bene, ma pecca di un eccesso di VOGLIO-STUPIRE-IL-LETTORE-A-TUTTI-I-COSTI che secondo me lo rende incompleto e poco chiaro.

Però il GdL è stato davvero carino e non vedo l’ora di ripetere l’esperienza!
Chicca

Partecipano con le recensioni insieme a me anche i blog:
La biblioteca dei desideri
Ladre di Libri al Centro del Caos
Punto di Lettura

10 Risposte a “La casa delle voci”

  1. Sì il finale non fornisce tutte le risposte ed anche io ho pensato ad un epilogo troppo costruito, però la scrittura di Carrisi mi ha totalmente rapito. Il modo in cui ha saputo tenermi incollata alle pagine è stato fantastico questi elementi hanno avuto la meglio sul mio giudizio.
    Bella recensione.

  2. Capisco in pieno il tuo giudizio. Ho avuto una sensazione simile ma forse me lo aspettavo perché i libri di Carrisi sono un po’ così. Lasciano sempre tante domande a cui non ci sarà risposta e tutto viene definito nelle ultime venti pagine. Però come dici tu la sua scrittura è straordinaria 🙂

  3. Uffi alla fine non sono riuscita a leggere questo libro con voi, ma so che Carrisi scrive benissimo di suo ho letto altri libri. Bella recensione Chicca.

  4. Ho avuto anch’io la stessa percezione, ci sono alcune cose non spiegate o con poco senso che mi hanno lasciata un po’ perplessa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.