La fioraia del Giambellino

La fioraia del Giambellino
di Rosa Teruzzi

Tornano le donne della Teruzzi in un secondo volume che mi ha molto divertita.
Se ne La sposa scomparsa non ero del tutto entrata in sintonia con il racconto, ne La fioraia del Giambellino le cose hanno cominciato a cambiare con quale piccolo appunto … curiosi?
Bhe leggete la recensione cari Lettori e scoprirete quello che penso!

Descrizione
Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio piu` grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema e` che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. E` un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Cosi` bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omerta` di chi l’ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verita`, oppure no?

Recensione
Libera è ormai famosa, in molti si rivolgono a lei per i suoi bouquet, ma non solo.
A seguito di un’indagine andata a buon fine che l’ha vista coinvolta assieme a quella pazza scatenata di sua madre Iole, una donna di nome Manuela anche lei in vista del matrimonio le chiede di scoprire qualcosa su suo padre, uomo mai conosciuto e di cui sua madre Patrizia ormai in fin di vita si rifiuta ancora di parlare.
Libera, già turbata per un biglietto ritrovato per caso dopo un decennio e che potrebbe dare una spinta all’indagine sulla morte di suo marito Saverio, non è sicura di voler accettare l’incarico, ma nonostante la sua reticenza si troverà invischiata in una nuova ricerca nell’hinterland milanese.

La scrittura garbata della Teruzzi è un toccasana per la sottoscritta, perchè mi mette a mio agio e mi coinvolge nel racconto in maniera delicata e mai prepotente.
Anche stavolta ho amato Iole sopra ogni cosa, è lei di sicuro il mio personaggio preferito per la sua indole così movimentata e che mi ha strappato molti sorrisi.
La storia è ben costruita ed un piacere seguire le due indagini parallele di cui una in particolare è davvero misteriosa e purtroppo povera di indizi.
Se infatti fin dal prologo avevo intuito la verità sul padre di Manuela, posso affermare che dell’assassinio di Saverio sono praticamente a zero idee, ma questo mi fa ben sperare in un nuovo volume dedicato alle donne che vivono al casello ferroviario del Giambellino.

Come avevo scritto c’è un piccolo neo che riguarda il mio rapporto con Libera, anche in questo secondo volume ho fatto fatica ad approcciarmi al suo personaggio per via del suo carattere. La trovo troppo indecisa e poco comunicativa, soprattutto nei confronti sua figlia Vittoria e verso gli uomini che orbitano nel suo spazio. Avrei preferito che Libera avesse ereditato da sua madre quel pizzico di follia necessario a darle la spinta per affrontare degli argomenti che per lei sembrano assoluitamente taboo.

Io però aspetto il seguito e chissà che proprio la nostra fioraia non mi riservi qualche sorpresa!

Alla prossima

Chicca

2 Risposte a “La fioraia del Giambellino”

    1. io invece a differenza tua non ci riesco. però credo sia proprio un mio problema. comunque anche io non vedo l’ora esca il prossimo

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