La vetrina degli scrittori #16 – Giuseppe Ottomano

La vetrina degli scrittori #16

Giuseppe Ottomano

Buongiorno a tutti voi miei fantastici Lettori,
come state? Io benissimo perchè quando c’è da presentare dei nuovi autori sono sempre euforica!!!!
Ci troviamo infatti in una nuova puntata de La vetrina degli scrittori dedicata quest’oggi a Giuseppe Ottomano ed al suo libro “1986”.

Quando Giuseppe mi ha contattata – Grazie ancora per la fiducia – ho subito accettato perchè quel 1986 mi ha portato alla mente tanti bei pensieri primo fra tutti la nascita del mio fratellino. E poi la breve descrizione che mi fa fatto del suo romanzo mi ha davvero incuriosita.
1986 è stato pubblicato da Edizioni Leucotea lo scorso 31 Maggio.

La scheda del libro è disponibile sul sito della casa editrice:

http://www.edizionileucotea.it/it/home.php?s=0,1,2&pg=&dfa=do25&diditem=2839

assieme al comunicato stampa della sua pubblicazione:

http://www.edizionileucotea.it/it/home.php?s=0,1,10&pg=&dfa=do30&pg=&diditem=2843

Ma se siete pigri ecco qui un po’ di informazioni:

Titolo:1986
Autore:Giuseppe Ottomano
ISBN 978 88 99067 41 0
Brossura fresata
232 pagine
16,90€

1986Descrizione
Una cospicua eredità permette a Tommy e Andrea, due giovani e simpatici cialtroni, di intraprendere un viaggio lungo l’Europa per coronare la propria passione: la caccia alle ragazze. Malgrado i ripetuti insuccessi, dovuti in parte all’inettitudine e in parte alla malasorte, non desisteranno mai dal loro proposito originario. Affronteranno così un viaggio trentennale senza meta, che si trasformerà in una sorte di “ricerca del Santo Graal” in chiave moderna e dissacrante. L’intera azione si svolge in un 1986 immutabile, in cui il contesto storico di ogni anno si ripete sistematicamente. In un romanzo sospeso tra la fantascienza e il grottesco, una ridicola coppia di aspiranti seduttori, che rimanda a “Il sorpasso” di Dino Risi, vive una serie di avventure sul filo del mistero dello scorrere del tempo.

Il libro è disponibile su Amazon e Ibs

Bene Lettori, adesso cerchiamo di scoprire qualcosa in più (senza spoiler) su 1986 e sul suo autore.

Breve intervista

Ciao Giuseppe,
benvenuto su Librintavola e grazie di aver accettato di rispondere ad alcune domande. Sai da queste parti siamo parecchio curiosi!

Ti andrebbe di raccontarci in prima persona qualcosa di te?
-Volentieri. Da un po’ di mesi con un pizzico di sofferenza ho valicato la soglia dei cinquant’anni, svolgo un lavoro che mi piace, ovvero il contabile in una grande azienda alle porte di Milano e sono appassionato di storia e letteratura, passioni che mi portano a leggere tantissimi libri di generi diversi: fatta eccezione per i gialli, l’horror, il romance e la filosofia, da cui tendo a mantenermi a distanza di sicurezza, posso dire che giungo ad assorbire di tutto. Scrivere mi è sempre piaciuto; nel passato remoto ho scritto articoli per testate locali, e in genere adoro scrivere da sempre. In particolare, negli ultimi anni mi sono occupato prevalentemente di storia sportiva, collaborando al sito web “SportVintage” e alla rivista telematica “Pianeta Sport”; due anni fa, poi, ho pubblicato “Il volo di Volodja, Vladimir Jašcenko campione fragile”, edito da Miraggi Edizioni, la biografia di un recordmen mondiale di salto in alto prima sovietico e poi ucraino dal talento smisurato e dalla carriera sportiva interrotta prematuramente. L’esistenza di Vladimir Jašcenko è stata vissuta in maniera intensa, romantica e commovente allo stesso tempo.

Per delineare le personalità di Tommy e Andrea hai preso spunto da persone che hai conosciuto/conosci nella vita reale oppure è tuitto frutto della tua fantasia?
-Spesso in letteratura un autore si mimetizza dietro dei personaggi immaginari per delineare tratti della propria personalità, della propria vita o addirittura delle proprie aspirazioni. In aggiunta si prende sempre un po’ di spunto dall’ambiente circostante o che ci ha circondato in passato. Nel caso di Tommy e Andrea, i due aspiranti latin lover di “1986”, posso dire che rappresentino la sommatoria di più personalità che ho avuto occasione d’incontrare, a cui ci si aggiunge ineluttabilmente anche la mia. In ogni modo, senza voler peccare di presunzione, ritengo che Tommy e Andrea sintetizzino anche uno stereotipo, o meglio ancora una caricatura, del maschio italiano di qualche decina di anni fa, con tutti i propri limiti culturali, l’inesauribile vena creativa e la carica di comicità.

Come mai la scelta di scrivere un romanzo umoristico fantastico? 
-Forse perché sono un cultore di entrambi i generi e così questa sorta di fusione mi è risultata abbastanza congeniale. L’idea originale traeva ispirazione da una “ricerca del Santo Graal” in chiave dissacrante; infatti i due sfortunati protagonisti consacrano la loro esistenza a un’eterna ricerca della seduzione “seriale” di ragazze, e nelle loro peregrinazioni percorrono l’Europa in lungo in largo. Le innumerevoli sconfitte che subiscono li demoralizzano solo di primo acchito, perché poi riprendono sistematicamente la loro “missione” con una verve sempre più intensa, e ne sono talmente assorbiti da perdere il contatto con la realtà che li circonda, e da non accorgersi, se non solo epidermicamente, dei fenomeni misteriosi che vi si nascondono. Il loro viaggio, in realtà, vuole essere una rappresentazione dello scorrere di un tempo apparentemente uniforme; non per nulla lo sfondo del 1986 si ripete sempre uguale, anno dopo anno, al pari di uno scenario surreale.

Quanto è stato impegnativo per te mettere su carta la storia di “1986”?
-Devo confessare che la stesura di questo libro mi ha talmente divertito da non sentirne la fatica. Ovviamente, la tessitura della trama e il tratteggio dei personaggi ha richiesto un notevole impegno. Infatti, man mano che buttavo giù la storia su carta, coglievo delle imprecisioni e delle incongruenze, sulle quali sono dovuto via via intervenire. Quindi, quando ho cominciato a stendere i capitoli, con le descrizioni e i dialoghi, ho anche cercato di attingere da situazioni realmente vissute, sia come attore che come testimone.

Qual è stata la prima persona a cui hai fatto leggere il tuo romanzo e quale è stata la sua reazione in proposito?
-Ho fatto leggere a mia sorella, alla mia fidanzata e ai miei amici il manoscritto man mano che si andava formando, e ne ho sempre raccolto preziosi suggerimenti, di cui ho fatto tesoro. Credo in un autore che sottopone una propria opera letteraria alla lettura di un’altra persona ci sia sempre un nonsoché di narcisistico, e anch’io ammetto di non essere immune da questa sindrome. Però, in questa occasione ne sono stato più consapevole e ho cercato di mantenere un approccio costruttivo, quasi scientifico, assimilando le critiche con attenzione e recependole quando le ho trovate condivisibili.

Come reagisci, o reagiresti, alle critiche riguardo il tuo libro?
-Mi è stato fatto notare che c’è qualcosa di troppo “maschile” nel libro e ho trovato che c’è più di un fondo di verità in questa critica. Pur essendo tutt’altro che un libro maschilista, è “maschile”, nel senso che la rappresentazione dei fatti è mediata da un io narrante, in questo caso Tommy, perennemente immaturo. Ma in fondo è anche da questa immaturità che si libera la carica comica del romanzo: non per niente, noi maschi siamo inavvicinabili maestri nella comicità… involontaria.

Ancora una sola curiosità e poi ti lascio libero 🙂 hai già in cantiere un nuovo romanzo? Se si hai voglia di anticiparci qualcosa?
-Dopo la pubblicazione di “Il volo di Volodja”, avevo pensato di scrivere la storia di un altro “antieroe” dello sport, Luz Long, il rivale tedesco, nonché amico di Jesse Owens, nella memorabile gara di salto in lungo alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Successivamente ho accantonato questo progetto e per il momento non ho ancora nulla in cantiere. Eppure confesso che sogno di avere l’opportunità di scrivere un seguito di “1986”: la storia, di per sé, si presterebbe a un sequel.

Bene miei Lettori, per oggi ci salutiamo, ringrazio tantissimo Giuseppe per essere stato mio – e vostro – ospite e gli auguro tanta fortuna per la sua carriera di scrittore.

Come sempre vi invito a sostenere i nostri autori e leggete, leggete, leggete.

Alla prossima
Chicca

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