L’Arminuta

L’Arminuta
di Donatella Di Pietrantonio

Buongiorno lettori,
nell’ultimo periodo vi sarete forse accorti che sto leggendo più libri in contemporanea. Questo dipende dal fatto che sul kindle mi si stanno accumulando romanzi che visto il mio “non amore” per l’apparecchio in questione restano li a stazionare per mesi, così ho deciso di alternare le letture. Quando sono in casa cartaceo forever quando sono in giro digitale per comodità.
Detto questo, stamattina vi parlerò di un romanzo abbastanza breve ma davvero molto intenso.
Grazie mille a La Libreria di Tessa per il suggerimento.

Descrizione
Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con “L’Arminuta” fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L’accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell’Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.

Recensione
L’ Arminuta – La ritornata – è così che chiamano questa ragazzina alle sogliedell’adolescenza che un giorno di punto in bianco come un pacco postale viene lasciata sulla porta di casa dei suoi genitori naturali.
Senza una spiegazione senza un perchè la nostra protagonista deve abbandonare la sua quotidianità benestante, quei genitori che credeva suoi e sempre presenti per andare a vivere in una casa dove non c’è nemmeno spazio per muoversi, dove per sopravvivere ai fratelli bisogna lottare.
Questa giovane e tenace ragazzina non sa darsi spiegazioni e affronta come meglio può la nuova realtà in cui si trova catapultata.
Accanto a lei la piccola Adriana, bambina di tante parole e di fine intelligenza.
Da questa sorellina l’Arminuta trarrà una forza inaspettata ma si porterà dietro per sempre il peso dell’abbandono.

Quando mi capita di leggere un libro in cui i protagonisti sono bambini dell’età delle mie figlie mi lascio sempre prendere dall’emozione. La Di Pietrantonio è riuscita a scavare profondamente nel mio animo con questo romanzo così intenso e dolceamaro. Un libro in cui i sentimenti rimbombano come un urlo in una stanza vuota. Il bisogno di una ragazzina di crescere e capire il perchè.
Il rapporto quasi incestuoso con un fratello sconosciuto che la guarda con occhi diversi, l’amore graffiante per questa sorella spigolosa e senza peli sulla lingua, due madri che l’hanno delusa e segnata profondamente.

Sono stata travolta da una valanga di sensazioni e ancora faccio fatica a venirne fuori, ma il mio consiglio e di lasciarsi catturare da queste pagine che toccano il cuore e la mente.

Alla prossima
Chicca

4 Risposte a “L’Arminuta”

  1. Ho potuto leggere soltanto il seguito, “Borgo sud”. Donatella Di Pietrantonio scrive indubbiamente bene, però non so, nella trama mancava qualcosa, come se non si fosse presa tutto il tempo per costruire al meglio la storia. Dovrei proprio recuperare con “L’arminuta” e fare un confronto, la tua recensione fa ben sperare.

    1. io invece borgo sud ancora non l’ho letto ma mi piacerebbe farlo per capire come ha deciso di proseguire la storia.

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