Un piccolo gesto crudele

Un piccolo gesto crudele

Un piccolo gesto crudele
Un piccolo gesto crudele

di Elizabeth George

Descrizione
Quando il professor Azhar scopre che la figlia di nove anni è scomparsa dalla sua casa di Londra insieme a quasi tutte le sue cose, non può che bussare disperato alla porta accanto e chiedere aiuto alla vicina e amica, il sergente Barbara Havers. Presto si scopre che a portar via la bambina è stata la madre, trasferitasi in Italia, a
Lucca, per seguire il suo nuovo amore. In bilico tra i sentimenti e la ragione, Barbara si impegna a indagare ufficiosamente sul caso, ritrovandosi presto nei guai con i superiori a causa delle ingiustificate assenze dal lavoro. Qualche mese dopo, però, la bambina sparisce davvero da un mercato della città, e sul caso si accendono i
riflettori dei media. Viene chiamata in causa Scotland Yard, e a indagare sul probabile rapimento della piccola è Thomas Lynley, mentore e superiore di Barbara. La Havers, dal canto suo, in questa vicenda sta mettendo a rischio la propria carriera, e forse molto di più: che cosa nasconde Azhar dietro l’immagine del padre affranto? Insieme a
un ostinato ispettore italiano, Lynley e la Havers devono affrontare una situazione delicatissima, in cui si mescolano questioni razziali, difficoltà linguistiche e pregiudizi culturali, che si complica ulteriormente quando al mistero sul rapimento si aggiunge quello di una misteriosa morte…

Recensione
Sono molti anni che leggo i libri di Elizabeth George e continuamente provo nei loro confronti un senso di sofferenza, perchè credo che il lavoro di questa autrice sia troppo spesso altalenante.
Ho sempre riscontrato che i lunghissimi romanzi che ci propone siano pieni di elementi inutili che allungano gli scritti in maniera tremenda, ma se fino ad ora riuscivo a districarmi per bene, con gli ultimi romanzi pubblicati devo putrroppo ammettere che il mio livello di attenzione è sceso ai minimi storici.

Un piccolo gesto crudele ha per protagonista assoluta Barbara Havers, collega di mille indagini del famoso ispettore Thomas Lynley.
Chi ha letto i precedenti libri della George, sa che Barbara ha un debole per il suo affascinante vicino di casa Azhar e nutre un profondo affetto per la di lui figlia così, quando la madre naturale della bambina la rapisce, il Sergente Havers fa di tutto per aiutare il Professore a cercare la piccola.
Una serie di prove conducono la Met, nella persona di Thomas Lynley in Italia, per la precisione a Lucca, dove sarà di aiuto al commissario Lo Bianco per la gestione dell’indagine e successivamente per la cattura del colpevole.

La vicenda vede coinvolta quindi sia la giustizia italiana che quella inglese. Sul fronte italiano Thomas e Lo Bianco cercano prove e seguono piste diverse legate anche al nuovo compagno della mamma della piccola Hadiyyah,
mentre in Inghilterra Barbara Havers, contrariamente agli ordini del suo capo cerca in tutti i modi di aiutare Azhar che sembra stranamente coinvolto in qualcosa di poco chiaro.
I nodi verranno al pettine, ma non tutti i colpevoli pagheranno per i loro misfatti.

Come dicevo poc’anzi, le oltre 700 pagine potevano tranquillamente essere sfoltite di molto, poichè ai fini della storia non aggiungono nulla, ma hanno creato in me solo un effetto soporifero.
Fin da subito ho letto tra le righe la profonda critica fatta dalla George alla magistratura italiana per il caso di Perugia relativo alla giovane studentessa inglese Meredith, così come verso quella portoghese per il caso ancora irrisolto della scomparsa della piccola Maddie.
Purtroppo, visto che parte dell’indagine è svolta in Italia la critica verso di noi si è protratta per troppe pagine, cosa che devo dire mi ha dato alquanto fastidio.

Eccone alcuni esempi
Pag 129
Diciamo la verità, vista da fuori l’Italia è un paese terribilmente disorganizzato, ma immagino sappiano come si conduce un’indagine di polizia …
Barbara non era così ottimista…

Pag. 172
Poi Fanucci (responsabile delle indagini) alzò lo sguardo su Lynley, che lo trovò di una bruttezza
incommensurabile …. aveva un forte accento meridionale …

Ma veniamo a Thomas e Barbara, che in questo libro sono totalmente irriconoscibili, il primo sembra solo interessato a portare avanti la sua relazione con una veterinaria conosciuta tempo addietro, la seconda che ha comportamenti al limite dell’assurdo che sinceramente dovevano essere assolutamente puniti. Ho dovuto constatare
che tutto è cambiato dalla morte di Helen compagna di vita di Thomas avvenuta alcuni libri fa purtroppo la spirale discendente ha colpito anche Elizabeth George.

Sono quindi, sempre più convinta che ad un certo punto della propria carriera un autore debba abbandonare le sue creature per evitare che alla fine della storia anzichè lasciare un buon ricordo di loro portino solo amarezza e noia nei confronti di romanzi che francamente servono solo a far cassa allo scrittore ed alla casa editrice.

Pollice verso!

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