Purchè sia di serie #7

Purché sia di Serie #7

Cari Lettori,
siamo ad Aprile e nuovamente torna l’appuntamento con la Rubrica Purchè sia di Serie, nata dalla mente immensa de La Lettrice sulle nuvole. Se vi siete messi solo oggi all’ascolto vi ricordo che la rubrica potrebbe contenere SPOILER dei romanzi precedenti e ha il sano scopo di smaltire le serie sospese che abbiamo in giro per casa.
La partecipazione è libera purchè la recensione sia postata il giorno 11 del mese e a tal proposito vi presento le partecipanti del mese:

Il libro di cui vi parlerò oggi è stato scritto da Thea Harrison e fa parte di Un GdL che non sono riuscita a seguire per tempo così ho deciso di recuperarlo grazie a questa rubrica.

La luna dell’oracolo
Ciclo delle Razze Antiche #4
Fanucci Editore

Descrizione
La sorte del mondo soprannaturale non è mai stata tra le preoccupazioni di Grace Andreas. Pur essendo la sorella di un oracolo, non ha mai considerato il trascendente come qualcosa che la riguardasse da vicino. Fino al giorno in cui la sua esistenza prende un’altra strada: sua sorella Petra perde la vita e Grace è costretta a ereditarne il ruolo di oracolo di Louisville, e a adottare i due nipoti rimasti orfani. Al suo fianco ci sarà Khalil, un potente principe djinn, che ha promesso di proteggere lei e i due piccoli ma che non ha idea di quanto sia complicato convivere con un carattere difficile come quello di Grace. Diventato il guardiano della famiglia, dovrà difenderla non solo dalle insidie dei poteri soprannaturali, ma anche dai guai che Grace sta causando con la sua irriverenza nei confronti delle gerarchie. Eppure, nonostante la pericolosità della sua condotta, Khalil sa che in lei c’è qualcosa di delicato e vulnerabile da proteggere a ogni costo. Rimarranno l’uno al fianco dell’altra, ma comprenderanno la profondità del legame che li unisce solo quando a essere in pericolo saranno le loro stesse vite. Sensualità bollente, personaggi affascinanti e un universo intrigante: il nuovo capitolo del Ciclo delle Razze Antiche.

Recensione
Dopo aver terminato la lettura de Il bacio del Serpente, romanzo che mi aveva lasciata tiepidina, ero impaziente di scoprire qualcosa in più sulla storia tra Khalil e Grace che erano stati introdotti proprio nelle pagine finali del libro. Khalil è un potente Djinn, un’antica entità soprannaturale di enorme forza, mentre Grace è una mortale che ha ereditato il potere dell’oracolo dal ramo femminile della sua famiglia. Entrambi sono apparsi fin da subito due personaggi particolari e tutto in questo libro faceva presagire che le cose tornassero quelle di una volta, ovvero quando durante la mia conoscenza con questa autrice avevo molto amato la storia di Dragos e Pia protagonisti del primo volume della serie.

Grace fin da subito si è mostrata una ragazza in gamba, piena di risorse e dalla lingua lunga, Khalil invece ha un temperamento molto emotivo, passa da uno stato di rabbia ad una calma glaciale in pochi istanti. Ho avuto un po’ di difficoltà a capirlo inizialmente anche se ho trovato molto divertente il suo approcciarsi alla natura umana in generale.

La storia, come le sue precedenti, si legge molto in fretta perché l’autrice ha una buona scrittura e di sicuro le sue avventure sono piuttosto coinvolgenti, ma anche stavolta il romanzo sembra mancare di qualcosa, quella scintilla di brio che aveva caratterizzato il capostipite della serie. Ho notato infatti che parte iniziale del racconto fosse un po’ statica a favore di un finale eccessivamente ricco, ho inoltre avuto l’impressione che la Harrison si sia concentrata molto più sulle caratteristiche peculiari dei due anziché sul lavoro complessivo rendendo in questo modo il romanzo in qualche modo incompleto.
Nonostante ciò il libro mi è stato di piacevole compagnia ed è sicuramente più divertente dei due precedenti, proprio perché Grace è una donna forte e ha quelle capacità che più apprezzo nei personaggi femminili: coraggio, umanità e forza d’animo.

Sicuramente continuerò con i prossimi volumi perché sono curiosa di scoprire cosa riserverà il futuro non solo a Gace e Khalil ma anche a tutti i personaggi finora incontrati sulla mia strada.

Chicca

20 Risposte a “Purchè sia di serie #7”

  1. Mai letto niente dell’autrice! Per fortuna che c’è questa rubrica(e le altre centomila che Chiara inventa) così conosco tanti libri nuovi

  2. Questa è una delle mie coppie preferite create dalla Harrison, dopo Dragos e Pia ci sono Kahlil e Grace.. concordo sul fatto che l’autrice abbia condensato nel finale fin troppi avvenimenti, magari se li avesse sparsi un po’ lungo tutta la storia il libro sarebbe risultato un po’ più adrenalinico.. ma comunque non ho fatto per nulla fatica a leggerlo… E ora tornano Pia e Dragos….

  3. Mi piacciono le serie fantasy ma non posso proprio aggiungere nuove letture a quelle che ho già. Non avrei il tempo per leggerle e mi arrabbierei a iniziarle e non terminarle (ne ho altre mille almeno da finire)

    1. ahahahah come ti capisco ho li in attesa sia i volumi due e tre della serie illuminae che l’ultimo della clare. ma ce la farò!

  4. Mi trovo molto in linea col tuo pensiero, anche se, forse, io sono un po’ più dura con l’autrice: per me anche questo libro non centra l’obiettivo e risulta senza smalto. L’inizio mi era piaciuto coi confronti tra i protagonisti, ma poi tutto ha perso mordente, poca l’azione – e anche quella sul finale non mi ha soddisfatta del tutto – e una storia troppo giocata sull’elencazione di fatti e gesti che non hanno suscitato il mio interesse: vero è che attraverso la quotidianità entriamo meglio nel vissuto dei personaggi e ne cogliamo le caratteristiche però in questo caso trovo che la Harrison non abbia saputo ottimizzare questa componente; parliamo poi di questi protagonisti “millantati” come esseri potenti ma che alla fine ben nascondono le loro straordinarie facoltà e conducono una vita che non ha nula di straordinario o epico (non nascondo che queste erano le mie aspettative, puntualmente deluse) e non voglio nemmeno pensare al finale in cui mi sono cadute le braccia a quel “ciccio” usato per appellare il grande Cuelebre. Mi è parsa una clamorosa caduta di stile: insomma, parliamo di Dragos, potentissimo, ritenuto una divinità, e stai lì a chiamarlo “ciccio”? Capisco l’intenzione spiritosa, però non si può. Non è conforme alla situazione, non è plausibile. Una vera stonatura. Passi che lo dica Rune, il contesto era diverso e questo tipo di registro poteva andare, ma l’ho trovato fuoriluogo in quella situazione. Devo dire che la Harrison dopo avermi conquistata col primo libro ora mi lascia di nuovo con l’amaro in bocca. Vedremo cosa accadrà col ritorno di Dragos e Pia…

    1. Mariella quello che io non perdono all’autrice è il fatto che stia facendo terra bruciata attorno a Dragos, non capisco perchè tutti i suoi amici debbano necessariamente lasciare i loro lavori a causa delle compagne. mi sembra folle e soprattutto un po’ medievale.

  5. Devo dire che funziono al contrario. Fosse stato per il primo mi sarei fermata là, invece mi sono incuriosita coi volumi seguenti. Penso di preferire le novelle, ma questo ultimo volume è stato molto piacevole. Come dicevo da Chiara, una piacevole unione tra fantasy, realtà e personaggi interessanti.

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