Il segno della tempesta

Il segno della tempesta
di Francesca Noto

Ci sono libri che compri a scatola chiusa seguendo l’istinto, un po’ per curiosità, un po’ perchè affascinati dalla trama e perchè no, anche dalla cover.
Capita però che le attese qualche volta non siano pienamente soddisfatte e purtroppo, nonostante le buone premesse come in questo caso, non si riesce ad entrare in sintonia con la storia.

Descrizione
Cosa faresti, se riuscissi a sentire le emozioni degli altri come se fossero le tue? Questa è la capacità di Lea Schneider, per lei spaventosa e che le trasforma l’adolescenza in un incubo. Ma quando credeva ormai di essersi lasciata alle spalle quel periodo difficile, la sua empatia torna a manifestarsi con forza. Lea sceglie allora di reagire con un viaggio alla ricerca della verità sul suo conto.
Ciò che non sa è che quel viaggio ? come il suo dono ? fa parte di un disegno più grande. Chi è Sven, il ragazzo senza passato dotato di capacità ben più potenti delle sue? Nuove forze scoprono le carte di una partita antica, di cui i due giovani sono il fulcro. Mentre un portale tra i mondi rischia di essere profanato, Lea e Sven dovranno trovare il coraggio di affrontare le proprie paure e fare la scelta giusta. Perché Ragnarök, il crepuscolo del mondo, si avvicina.

Recensione
Cosa mi aspetto da un fantasy?
Sicuramente azione, personaggi che siano capaci di grandi cose, situazioni in cui ingegno e doti speciali siano i padroni della scena così come i cattivi siano presenti e davvero crudeli nelle loro imprese e per finire un pizzico di humor che non guasta mai.
Cosa ho torvato nel romanzo odierno?
Sicuramente una trama interessante, due protagonisti che assieme dovrebbero fare la differenza, dei comprimari con particolari doti e tanta voglia di portare la luce là dove potrebbe esserci ombra. Purtroppo, nonostante il grosso impegno dell’autrice ho faticato veramente tanto a finire il libro perchè Il segno della tempesta manca di quelle caratteristiche che per me sono fondamentali.

La storia che vede inizialmente come protagonista Lea Schneider, una donna che percepisce come proprie le emozioni di chi le sta accanto, si trascina per oltre 200 pagine senza particolari scossoni e colpi di scena. Anche l’incontro con Sven Gordon, colui che da un certo punto in poi la soppianterà nel ruolo di personaggio chiave della storia, che mi sarebbe piaciuto più scoppiettante, risulta appena tiepido.
Ho trovato inoltre poco approfondita la parte riguardante i miti nordici e la fazione oscura del romanzo relegata in un angolino, il tutto in favore di tantissime pagine dedicate alle descrizioni degli stati d’animo di Lea e Sven. Stessa cosa per quanto riguarda il coinvolgimento di quelli che vengono definiti Waerne ossia i buoni della storia. Tanti personaggi interessanti che però vengono trattati con superficialità, così come i loro speciali poteri. Prima fra tutte Rachel che ha un enorme potenziale dalla sua, purtroppo non sfruttato.

Un finale frettoloso benchè più coinvolgente, non è bastato a farmi apprezzare il romanzo, ma soprattutto ho trovato estremamente fastidioso l’appellativo “giovane donna” utilizzato ogni pagina e mezzo per apostrofare tutti i soggetti femminili presenti. Ad un certo punto ho temuto davvero l’abbandono, fosse solo per questo eccesso di ripetizione.

Sono molto dispiaciuta per questa recensione non positiva, perchè avendo avuto modo di conoscere l’autrice a Tempo di Libri credevo di trovare una narrazione più nelle mie corde.
Così non è stato. Peccato.

Chicca

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